Era il primo maggio del 1968 quando l’ingegnere Giorgio Rosa di Bologna proclamò Repubblica Esperantista dell’Isola delle Rose che era una piattaforma di quattrocento metri quadri collocata nel Mar Adriatico proprio di fronte alla riviera romagnola ed ora sembra che vogliano riprovarci. Il tentativo di quaranta anni fa durò poco più di cinquanta giorni ed era ispirato da quel periodo di rivoluzioni ed utopie che fu il Sessantotto, l’esperimento odierno non ha invece alcuna valenza di questo tipo e non sarà una piattaforma ma un atollo non ispirato dal desiderio di una piccola nazione indipendente, come era stato per la Repubblica delle Rose, ma dallo spirito imprenditoriale.
Il progetto prevede che l’atollo sia collocato a tre miglia in linea d’aria da Riccione, che abbia un chilometro di diametro e possa ospitare un porto, al quale attraccheranno le navi delle crociere da Venezia, Grecia e Croazia, centri di ricerca dedicati alla green economy ma anche alberghi, residence, negozi e che offrirà anche l’opportunità di balneazione in maniera insolita, visto che il mare lì è profondo dodici metri.
Il progetto, che nasce da un’idea di Luca Emanueli, dell’Università di Ferrara, e di Cristian Amatori, capo di Gabinetto del Sindaco riccionese, ma non è ancora stato reso pubblico, verrà presentanto per la prima volta in un convegno organizzato dell’università della città estense nei primi mesi del nuovo anno; verrà a costare un miliardo di euro e si sono già interessati al progetto imprenditori dell’Arabia Saudita e si sta già lavorando per avviare il processo di valutazione di impatto ambientale.
Da Riccione ci tengono a specificare però che non sarà come quello di fronte a Dubai ma anzi è stato pensato con l’obiettivo di integrare l’offerta turistica esistente a Riccione, non rivolgendosi quindi ad un turismo vip ed esclusivo.