Sono passati ormai tre anni da quel terribile giorno di inizio Aprile in cui la terra tremò distruggendo migliaia di edifici in Abruzzo e, purtroppo, causando centinaia di morti. Nel corso del tempo, da tutto il mondo sono partite iniziative di solidarietà importanti per dare una mano a chi era rimasto vittima di quell’evento e milioni di euro sono stati raccolti sia per l’iniziativa di singoli cittadini, sia per quella di grandi personaggi dello spettacolo come Jovanotti o Laura Pausini e le sue Amiche per l’Abruzzo.
Purtroppo, come lamentato sia da chi ancora oggi vive in condizioni drammatiche a causa del sisma, sia proprio da quei personaggi famosi che più facilmente riescono ad accedere alle luci della ribalta mediatica, la situazione è ancora ben al di là dell’essere tornata alla normalità e, anzi, molti dei fondi non sono ancora stati impiegati o, addirittura, sbloccati.
In questo contesto si inserisce anche la notizia secondo cui sono ancora mille e cento i cantieri aperti relativi alle case classificate come “E”, vale a dire quelle che hanno subito i danni maggiori. I cantieri presi in esame sono quelli che si trovano al di fuori del centro storico del capoluogo abruzzese o delle altre cittadine danneggiate dal terremoto.
Se può rendere felici sapere che trecento cinquantaquattro cantieri sono stati chiusi per la fine dei lavori a cui erano dedicati, non può che far arrabbiare invece sapere che oltre novemila sono quelli che ancora non hanno visto nemmeno l’inizio dei lavori. Il commissario alla ricostruzione ha dichiarato che, di questi, settemila cinquecento verranno aperti entro l’estate e i rimanenti entro l’autunno.
Già, ma quando L’Aquila potrà tornare alla normalità? Se occorrono tre anni solo per aprire tutti i cantieri, la domanda diventa purtroppo legittima. Quantomeno, sulle case inagibili, non si pagherà l’IMU.