A distanza di pochi giorni il quotidiano La Repubblica ha pubblicato due inchieste su due brutte vicende legate ad immobili in locazione a Roma e Milano. Nella Capitale lo scandalo ha riguardato le case dei custodi di parchi pubblici come Villa Ada, nel capoluogo lombardo, invece, si parla di abitazioni di proprietà della Fondazione Cà Granda. Ma veniamo nel dettaglio delle due questioni.
Le case dei custodi nei parchi romani
A Milano non c’è di mezzo l’amministrazione cittadina, e già questa può essere considerata una buona notizia. Ma a chi vive in zona Arco della Pace, quindi alle spalle di Parco Sempione e a pochi passi dall’omonimo Corso, non farà piacere sapere che qualcuno abita in immobili da 80 metri quadri pagando un canone da 359 euro per una delle zone più importanti e ricche della città.
A dare scandalo sono gli immobili che appartengono alla Fondazione Cà Granda, già finita sotto inchiesta nel 2007 per la stessa vicenda. Se l’esempio dell’Arco della Pace non è sufficiente a dare idea dei canoni assolutamente fuori mercato che vengono richiesti ai fortunati affittuari, allora citiamo Via Ciro Menotti, dietro Corso Indipendenza e a pochi passi da Porta Venezia: qui si arriva a canoni di 12 euro al mese per appartamenti di cinque vani. Va bene che la crisi degli immobili ha portato a un abbassamento dei prezzi anche per le locazioni, ma le cifre sono davvero contrarie a tutti gli standard del mercato degli affitti milanesi.
La Fondazione, per ovviare al problema, ha da poco dato in gestione i suoi 1.200 lasciti immobiliari a un importante fondo specializzato, ricavando 100 milioni di euro da destinare a lavori di rinnovo degli ospedali. Si prevede che con dei professionisti messi a gestire il patrimonio le cose possano cambiare. Certo è che per gli attuali inquilini non sarà semplice rassegnarsi a pagare canoni che sono mediamente tre volte più bassi di quelli sul mercato.