Prima è stata la volta di New York, poi quella di Londra e adesso, almeno così si mormora con sempre maggiore insistenza negli austeri corridoi dell’ Eliseo, pare tocchi a Parigi e a molte altre aree della Francia.
Stiamo ovviamente parlando della decisione di tassare, e in modo molto pesante, le seconde case, quelle di lusso, ma non solo. Sullo stesso modello applicato anche dall’italianissima TASI e prima di lei dall’ IMU, le case non di prima residenza verranno tassate, secondo indiscrezioni, già a partire dal prossimo mese di gennaio.
Lo scopo ultimo di questa tassa sarebbe duplice; da un lato risolvere il problema delle oltre 30 aree metropolitane in cui la carenza di alloggi disponibili si è ormai fatta grave soprattutto, come a Parigi, per l’abitudine di tenere vuote per buona parte dell’anno queste case, in grande parte possedute da cittadini stranieri; dall’altro, ovviamente, quello di portare ossigeno ed euro in quantità alle malandate casse dello Stato francese.
Questa tassazione rappresenterebbe più o meno il 20% di quella applicata sugli immobili e potrebbe far guadagnare al Tesoro 150 milioni di euro.
Come anticipato, però, ci sarebbe anche un più nobile scopo nell’introduzione della tassa; gravati da imposte così esose, si pensa, i proprietari di case sfitte sarebbero invogliati a vendere o, quantomeno, a dare in locazione quegli immobili, risolvendo almeno in parte il problema abitativo che incombe su queste aree.
Si è calcolato, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa ANSA, che nella sola Parigi siano 170.000 gli immobili caratterizzabili come seconde case, equivalenti al 16% del mercato residenziale della Ville Lumiere; la percentuale arriverebbe addirittura al 40% in altre aree e, nel primo come nel secondo caso, buona parte di questo patrimonio è in mano ai cittadini stranieri.