Con duecentonovanta voti a favore, trentadue contrari e sedici astenuti la Camera approva. Deve essere stato più o meno questo il modo in cui oggi è stato ufficializzato il parere positivo della Camera dei Deputati al riconoscimento dell’interesse storico e culturale della casa in cui Antonio Gramsci ha vissuto gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza. L’immobile ormai è ad un passo dall’essere dichiarato monumento nazionale.
L’abitazione si trova nella via principale di Ghilarza, un piccolo paese al centro della Sardegna più interna, a cavallo fra le province di Oristano e Nuoro.
A presentare la proposta di legge approvata alla Camera e ora indirizzata all’aula del Senato per l’altra approvazione necessaria, è stata la deputata oristanese del PD Caterina Pes, che ha ottenuto il parere favorevole della maggioranza e di Sinistra Italiana, ma quello contrario del Movimento 5 stelle – che pure spesso cita Gramsci, come fanno notare oggi alcuni giornali – e l’astensione della Lega Nord.
Il riconoscimento, in realtà già attribuito alla casa qualche tempo fa dalle Sovrintendenze di Cagliari ed Oristano, arriva a 125 anni esatti dalla nascita di uno dei più noti filosofi, statisti e giornalisti della storia italiana.
È dagli anni Sessanta che questo immobile è stato trasformato in una casa-museo: l’allora PCI ne rilevò la proprietà, trasformandola in un centro di documentazione e di ricerca sull’opera di Gramsci e sul movimento operaio. Alcuni ambienti hanno subito delle modifiche, ma ogni angolo della casa racconta con coerenza il percorso politico del filosofo comunista; degna di nota, in particolare, è la biblioteca in cui si possono consultare circa tremila volumi sulla storia del movimento operaio in Sardegna e su Gramsci. Immagini, fotografie, effetti personali disposti nelle varie stanze mostrano con chiarezza le tappe più significative della vita dell’intellettuale.