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Spesso si sente parlare della necessità di isolare gli edifici dal punto di vista acustico, allo scopo di migliorare le prestazioni delle costruzioni e di conseguenza la qualità della vita di chi vi abita.
Per capire meglio questo aspetto, occorre fare riferimento alla classificazione acustica degli edifici.
Vediamo che cos’è e come viene calcolata.
Che cos’è la classificazione acustica degli edifici
La normativa di riferimento per la classificazione acustica dei fabbricati è stata emanata nel luglio 2010 e da allora è tuttora in vigore: si tratta della norma tecnica UNI 11367.
Essa definisce la procedura per determinare la classe acustica di un’unità immobiliare e altresì quali sono i parametri che servono per effettuare questa classificazione sulla base di misure fonometriche.
La classificazione prende in considerazione la prestazione di un immobile rispetto a diverse tipologie di rumori, cioè il suo grado di isolamento rispetto a:
- rumori aerei;
- rumori da calpestio;
- rumori esterni;
- rumori da impianti a funzionamento continuo e discontinuo.
Per ogni unità immobiliare viene calcolata l’incidenza di queste tipologie di rumore e viene attribuita una classe acustica globale.
Come viene assegnata la classe acustica
Le classi acustiche sono quattro, ossia I, II, III, IV, laddove la classe I indica le prestazioni migliori, mentre la IV quelle peggiori.
L’assegnazione di una classe dipende dalla prestazione media dell’immobile per ciascuno dei fattori che vengono misurati e valutati, dopodiché si effettua una media tra tutti i fattori considerati.
La procedura prevede innanzitutto delle accurate misurazioni fonometriche che vengono eseguite sull’edificio e sui suoi elementi tecnici.
Poi sulla base di coefficienti che considerano l’incertezza di misura, le prestazioni rilevate vengono calcolate peggiorandole.
Quindi si esegue una media tra i risultati, e infine si individua la classe acustica basandosi sul valore medio in rapporto ai parametri di riferimento.
Va infine specificato che la norma UNI 11367 stabilisce delle differenze per quanto riguarda i valori di riferimento a seconda della destinazione d’uso degli edifici e a seconda che si tratti di ambienti di uso comune o ambienti abitativi.
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