Sono passati solo pochi giorni dal sisma che, questa volta nelle Marche, ha spinto centinaia di persone a riversarsi nelle strade nel cuore della notte. Nelle loro menti in pensiero è molto probabilmente corso subito alle scene devastanti viste nei reportage dall’Emilia Romagna o dall’area mantovana, prima ancora da L’Aquila, dall’Umbria e da molte altre zone del nostro Paese.
Il ripetersi periodico di questi tristi avvenimenti ha ormai fatto capire a chiunque, almeno questo è l’auspicio, che l’Italia è una nazione a rischio sismico e che devono essere prese le relative contromisure, anche e soprattutto in campo edile.
Troppo semplice pensare che il discorso valga unicamente per gli edifici di nuova costruzione, la maggior parte delle case in cui vivono gli italiani non sono di edificazione recente e, pertanto, non può che essere accolta con entusiasmo la modifica al decreto Ecobonus annunciata dal Ministro Maurizio Lupi che ha ufficializzato l’innalzamento al 65% delle detrazioni fiscali legate alle ristrutturazioni per l’adeguamenti anti sismico degli immobili.
Come ha dichiarato Lupi, quello dell’innalzamento della soglia di detraibilità era un preciso impegno del Governo da realizzare, come è stato, all’atto di conversione del decreto. Con questo atto, che non si applica solo alle abitazioni civili, ma anche alle ristrutturazioni dei capannoni industriali – è proprio all’interno di strutture come quelle che, nel solo sisma emiliano, hanno trovato la morte diverse persone – si cerca anche di sradicare quella che il Ministro ha definito la cultura dell’emergenza, per la quale ci si lamenta delle carenze strutturali dopo che avvengono i disastri, ma ben poco si fa per prepararsi a questi avvenimenti perché, continua Lupi, se la previsione degli eventi sismici con largo anticipo è molto difficile se non impossibile, la creazione di edifici in grado di resistere alle scosse è una cosa fattibile.