Poco tempo fa ci siamo occupati delle previsioni della Cgia di Mestre che prospettavano tempi duri per i proprietari di immobili commerciali su cui sarebbero gravati dei costi esorbitanti per la Tasi (oltre il 100% in più rispetto al 2011); adesso arriva però una buona notizia, certo non totalmente definitiva ma almeno apparentemente incoraggiante, rivolta però alla fetta maggiore dei proprietari di immobili in Italia, ovvero “il popolo della prima casa“. Il Dipartimento delle Finanze ha calcolato un calo del 29,3% per il peso della Tasi rispetto all’Imu sulle tasche dei cittadini. Vuol dire che entro l’anno lo Stato incasserà solo 1,2 miliardi di euro (nel 2012 erano 1,6).
Il calcolo è stato fatto sulla base delle aliquote già fissate da 2.178 Comuni (in totale ne abbiamo circa 8.000) e su quanto da loro incassato con la prima rata già versata. Il confronto per stabilire l’entità della differenza tra Tasi e Imu sulla prima casa è stato fatto con il 2012, visto che lo scorso anno le esenzioni stabilite da diversi provvedimenti imponevano il pagamento della tassa sugli immobili (ancora Imu) esclusivamente a quelli di lusso. Per quanto riguarda gli altri immobili che non siano prime case, ci sarà un leggero aumento negli incassi dei Comuni, ma poco significativo (0,15%, ovvero circa 11 milioni di euro).
Dal pagamento della prima rata emerge che i contribuenti sono in diminuzione e che 1,2 milioni di proprietari e/o inquilini non ha versato l’imposta, cosa che molto probabilmente dipende dalle politiche sociali di esenzioni a discrezione di ciascuna amministrazione.
Il dato, come sottolinea la fonte dell’analisi, non è definitivo, considerando che oltre la metà dei Comuni deve ancora stabilire l’aliquota per la Tasi (ricordiamo che la scadenza è il prossimo 10 settembre). Il Dipartimento delle Finanze sottolinea, infine, che i costi minori della nuova imposta rispetto all’Imu non sono sicuri per tutti i Comuni: tutto sta nelle delibere che arriveranno tra qualche giorno.