Da Nord a Sud, castelli, manieri, conventi, ma anche semplici appartamenti. Sono diverse decine le case storiche in vendita sulle pagine web di Immobiliare.it che, in un modo del tutto particolare, permettono di rivivere momenti importanti del passato, ma anche conoscere più da vicino gli illustri occupanti. Immaginare di condividere gli stessi spazi, sia pure ad anni o secoli di distanza, con personaggi del calibro di Napoleone Bonaparte, Silvio Pellico, Giovanni Giolitti, Leonardo da Vinci o Voltaire, in effetti, può fare emozionare, vediamo alcune di queste case così curiose che è possibile acquistare.
Filosofi e letterati
Uno dei saloni della villa che ospitò Goethe e Voltaire”][/caption]Una bella casa può essere senza dubbio fonte di grande ispirazione per chi la abita, soprattutto se è un artista. È nella villa di Moltrasio, sulle sponde del lago di Como, che mentre viveva al riparo da occhi indiscreti la sua relazione adulterina con la cantante Giuditta Pasta, Vincenzo Bellini compose diverse arie de La Sonnambula, mentre è nella parte antica della villa di via Bellavista ad Imbersago (LC) che soggiornò Leonardo da Vinci per il tempo che gli fu necessario a progettare il traghetto che, ancora oggi, consente di trasportare i visitatori di questa area da una riva all’altra del fiume Adda. La più cara e la più economica delle dimore storiche in vendita (e di cui il prezzo è noto) sono entrambe legate al cinema. La più costosa, in vendita per ben 11.000.000 di euro è la villa di Positano dove il poeta tarantino Cesare Giulio Viola si trasferì negli ultimi anni della sua vita, ma dove soprattutto ospitò il suo grande amico Vittorio De Sica il quale, stregato dalla bellezza del luogo, da allora ebbe per la cittadina campana una vera e propria predilezione. Costa solo 65.000 euro, invece, la casa dove nacque ad Orte, nei pressi di Viterbo, Filoteo Alberini che non solo fu regista importante e anche produttore di kolossal come Quo Vadis, ma soprattutto l’inventore del kinetografo, strumento che anticipò di un anno il cinema dei fratelli Lumiére, ma che per ragioni burocratiche venne registrato all’ufficio brevetti solo dopo la proiezione che rese celebri i due francesi privando per sempre il geniale italiano della gloria che gli sarebbe stata dovuta.