Il Ddl sul consumo di suolo è strettamente connesso con il mondo immobiliare perché mira ad abbattere drasticamente le superfici da sfruttare per realizzare nuove costruzioni. Scaduto ormai il termine per presentare emendamenti è tempo di rielaborare il testo base prodotto dalle due commissioni della Camera.
Stop al consumo di suolo per qualsiasi destinazione e soddisfacimento delle esigenze edilizie solo tramite riuso e rigenerazione dell’esistente secondo il disegno di legge in discussione alla Camera.
Nelle intenzioni del provvedimento c’è una stretta importante sul consumo di suolo: non è consentito consumo di suolo per qualsiasi destinazione; le esigenze insediative e infrastrutturali sono soddisfatte tramite il riuso, la rigenerazione e la riorganizzazione degli insediamenti e delle infrastrutture esistenti. Il criterio della convenienza economica, anche se di pubblico interesse, non può essere motivo per consentire il consumo di suolo. Sono fatti comunque salvi i titoli abilitativi edilizi rilasciati o formatisi alla data di entrata in vigore della presente legge, nonché gli interventi e i programmi di trasformazione previsti nei piani attuativi.
Spetterà ai Comuni approvare le varianti agli strumenti di pianificazione urbanistica al fine di rispettare i principi della legge statale, pena il rischio, nel caso di accertata e persistente violazione, di venire sciolti dal Capo dello Stato su proposta del Ministro dell’interno. Il disegno di legge prevede anche la delega al Governo ad adottare uno o più decreti legislativi recanti la disciplina degli interventi di rigenerazione delle aree urbanizzate degradate da un punto di vista urbanistico, socio-economico, paesaggistico e ambientale.
Il rischio è che le pressioni dall’esterno blocchino questo tentativo di normalizzare e regolarizzare il consumo del suolo italiano. Staremo a vedere.