Indice dei contenuti
Quando si opera nel mondo degli affari commerciali (o, più banalmente, quando si matura un interesse nei confronti di questo settore), ci si imbatte spesso nell’espressione di franchising immobiliare. In molti ne parlano, ma sono davvero pochi quelli che sanno spiegare di cosa si tratta.
Eppure, questa tipologia di collaborazione professionale riserva moltissime opportunità per tutte le parti coinvolte. E allora andiamo a scoprire tutte le informazioni principali che riguardano il mondo del franchising immobiliare e le modalità per praticarlo.
Franchising immobiliare, come funziona?
Secondo quanto riportato dalla normativa vigente in materia, con il termine franchising si intende una tipologia di contratto atipica tramite cui un’azienda affermata e consolidata cede i diritti di utilizzo del proprio marchio ad un’impresa di medie o piccole dimensioni (ma anche ad un singolo lavoratore autonomo), che si impegna a vendere i beni – o a erogare i servizi – sfruttando la notorietà e la reputazione maturata nel tempo dall’azienda madre (denominata franchisor).
Questo meccanismo commerciale viene applicato al comparto delle compravendite di case e appartamenti con il nome di franchising immobiliare. In sostanza, un’azienda madre consente ad un libero professionista o un’agenzia territoriale (che prende il nome di franchisee) di mettere in vendita, proporre, pubblicizzare e affittare alloggi e strutture utilizzando il proprio marchio e – di conseguenza – attraendo una platea di interessati molto più ampia.
A chi conviene il franchising immobiliare, come farlo e quali sono i costi
Il franchising immobiliare conviene alla grande azienda (che così può radicarsi in un territorio, usufruendo delle conoscenze di chi opera in quell’area), ma allo stesso tempo conviene anche ai franchisee, che lavorano utilizzando un marchio affermato e ritenuto affidabile, innalzando la propria credibilità agli occhi di potenziali clienti e investitori. Una sorta di patto di reciproca convenienza, quello che gli economisti chiamerebbero un win win.
A fronte degli indubbi vantaggi che questa pratica garantisce ai soggetti coinvolti (tra cui c’è anche la formazione continua per le agenzie immobiliari più piccole che si affiancano a grandi multinazionali), esistono però anche dei costi. In particolare, oltre ad una commissione iniziale (denominata fee), i franchisee sono tenuti a versare anche una parte mensile del proprio fatturato (che prende il nome di royalty).