Come spesso accade, la triste realtà della guerra offre all’intelletto umano la possibilità di ingegnarsi in nuove scoperte e nuove frontiere che gli permettano di vincere grandi battaglie. Una volta sperimentate in campo bellico, molte tecnologie si scoprono utili anche in altri campi della vita umana e prendono piede in usi che un tempo neppure si osava immaginare. È il caso dei droni che oggi stanno rappresentando la nuova frontiera del marketing immobiliare.
L’origine dei droni
In Italia, invece, dal punto di vista normativo siamo a dei livelli già molto buoni. Esiste un regolamento creato ad hoc dall’Enac che consente a chiunque di usare un drone, purché questo sia assicurato e il volo sia autorizzato. Ci sono poi delle società specializzate nell’affitto di droni (e spesso anche dei piloti) che stanno già operando in campo immobiliare, soprattutto, come nel caso americano, in cantieri di nuove costruzioni. Ed è certo che siamo solo all’inizio di quella che sarà senz’altro la prossima frontiera della vendita di abitazioni. Quello che si raccomanda alle agenzie immobiliari pioniere del servizio è di stare attente ad alcuni dettagli che potrebbero comportare alcuni problemi: primo fra tutti la privacy. Va bene riprendere dall’alto cantieri e far visualizzare al futuro proprietario quella che sarà la vista dal suo balcone, ma attenzione che nelle riprese non ci siano passanti o lavoratori che non vogliono diffondere la loro immagine, quanto meno prima di averne dato autorizzazione. Secondo punto da curare attentamente è la sicurezza: questa è un parametro che può determinare anche le tempistiche con cui si ottengono le autorizzazioni. Se un cantiere si trova in una zona isolata è più semplice ottenere il visto al volo, rispetto al caso in cui l’immobile si trovi in città. In ultima battuta, l’Enac consiglia agli agenti di verificare se il territorio dell’immobile da riprendere non rientri tra quelli che necessitano di un permesso comunale per poter effettuare le riprese.