Monti, quanto mi costi. Che la Manovra del nuovo Governo per uscire dalla crisi avesse il suo fulcro nelle nuove imposizioni fiscali sulla casa, era chiaro a tutti; noi stessi ne avevamo parlato (qui e qui), ma alla fine l’evoluzione del decreto legge ha evitato l’introduzione della patrimoniale e spinto altrove la volontà di recuperare denaro.
Quel che è certo è che dei 30 miliardi della manovra, ben 11 saranno provenienti dal “sistema casa”: da un lato il ritorno dell’Ici (riformato rispetto al passato a seguito dell’introduzione dell’Imu), dall’altro la rivalutazione delle rendite catastali, queste diverse imposizioni coinvolgeranno il mattone nel recupero di denaro.
L’Ici torna, quindi, ma sottoforma di Imu, imposta municipale unica: già prevista dal Governo Berlusconi e presentata come primo tassello del federalismo fiscale, viene ora anticipata (la sua introduzione era programmata per il 2014) ed estesa anche alle prime casa, con un’aliquota dello 0,4%, comunque più bassa rispetto allo 0,76% per le seconde case: in denaro, si tratta di una detrazione media di 200 euro. Ai comuni è data la possibilità di aumentare/diminuire queste aliquote, fino allo 0,2% per le prime case, fino allo 0,3% per le altre.
Nonostante le previsioni, non è prevista una aliquota progressiva che aumenti in base al numero degli immobili posseduti: sarebbe stata una misura più equa, ma la sua difficoltà di applicazione nel breve periodo ha impedito di ma più difficile da applicare nel breve tempo. La fretta, si sa, è stata un fattore determinante nelle scelte del Governo Monti.
La prevista rivalutazione degli estimi catastali, invece, implica aumenti delle rendite fino al 60%. Ogni tipologia di edificio subirà un rincaro distinto: andrà infatti aggiunto alla percentuale di incremento fissa per tutti gli immobili, del 5%, una percentuale ulteriore, in maniera tale da determinare l’importo che spetta al contribuente. Per chiarire: se l’immobile è di categoria A, B o C bisognerà moltiplicare il valore della rendita catastale per 160 (prima si moltiplicava per 115,5 o per 126 – a seconda che si trattasse di prima o seconda casa); per gli immobili di categoria D (es. alberghi) si moltiplica per 80, per la categoria C/1 per 55, per i terreni agricoli per 120 (prima era 75).
Sempre parlando di case, la manovra prevede l’introduzione di una nuova forma di tassazione sui rifiuti, che sostituirà l’attuale Tarsu.