Il monogramma composto dalle sue iniziali è uno dei marchi più famosi, desiderati e…falsificati al mondo. Louis Vuitton, designer di grande fama, ma anche uomo caparbio e temerario, è di certo uno dei personaggi più famosi dell’industria della moda. All’azienda che creò nella seconda metà del 1800 è associato indelebilmente tanto il tema del lusso (soprattutto da che, fondendosi con Moët Hennessy, nel 1987 la maison Vuitton ha creato il gruppo Lvmh) quanto quello del viaggio visto che il primo dei grandi oggetti iconici che fecero la fortuna del giovane Louis furono proprio i bauli che tutti i potenti del mondo ordinavano.
È quindi decisamente curioso scoprire che fu proprio un viaggio a dare il via a una delle storie più incredibili della moda e dell’industria in genere; non pensiate però ad un viaggio pieno di comfort come quelli che negli anni fecero e fanno i clienti Louis Vuitton, ma uno molto faticoso, di ben 450 chilometri che il nostro giovane futuro designer compì a piedi per coprire la distanza che separava la sua città natale, Anchay, dalla sfolgorante Parigi in cui trovò la sua buona stella.
A soli quattordici anni il giovanissimo Louis si lasciò alle spalle le montagne che lo videro nascere per cominciare a lavorare come garzone nella capitale e il suo primo impiego fu in un laboratorio che produceva proprio bauli; il proprietario lo apprezzò da subito affidandogli via via compiti e clienti sempre più importanti fino a quello di confezionare, nel 1852, un nécessaire da viaggio per l’imperatrice Eugenia.
Qualche anno più tardi Vuitton si mette in proprio e ha un’intuizione geniale; i mezzi di traporto stavano cambiando, alle carrozze si sostituivano progressivamente le automobili e per questo nuovo tipo di vettore la forma bombata dei coperchi dei bauli che fino ad allora venivano prodotti era molto scomoda; meglio appiattire il coperchio e spalancare le porte a una piccola grande rivoluzione.
Fu così che cominciarono le grandi fortune di Vuitton il quale, come riportato in un bell’articolo a firma di Stefano Montefiori sul settimanale Sette, nel 1859 si trasferisce ad Asnières, poco lontano da Parigi, dove abiterà e insedierà anche i suoi nuovi laboratori, molto più grandi e ormai indispensabili per poter far fronte alle richieste che piovevano dai quattro angoli del pianeta.
Oggi quella villa in cui il geniale stilista visse viene aperta al pubblico, sia pure dietro appuntamento, per mostrare agli appassionati una mole impressionante di documenti (circa duecentomila) e oggetti (oltre ventitremila) appartenuti sia a Vuitton sia ai suoi molti e facoltosi clienti. Un viaggio nel tempo, ma anche nel genio di un grande imprenditore.