Scacco matto alla mafia: l’ennesima rivincita contro il sistema malato di Cosa Nostra è stata realizzata a Palermo in questi giorni, con la trasformazione dell’ultimo rifugio di Totò Riina in una caserma di carabinieri. Da tana del boss a casa dell’Arma, questo il singolare destino della villa che si trova nel rione Uditore, in via Bernini 54, un tempo casa di lusso, con tanto di palme, prati inglesi e piscina, oggi ripensata secondo le esigenze di un comando dei carabinieri.
La villa, confiscata alla mafia solo otto anni fa, fu proprio quella scelta dal boss, tra tutto il suo patrimonio immobiliare, per trascorrere gli ultimi anni di latitanza, fino all’arresto del 1993. In quella che era la sua camera matrimoniale, adesso è stato allestito l’ufficio del maresciallo. La nuova caserma dei carabinieri è stata intitolata a Mario Trapassi e Salvatore Bartolotta, entrambi uccisi il 29 luglio 1983 insieme al giudice Rocco Chinnici, e già medaglie d’oro al valore civile.
Non è stata casuale la scelta della data per l’inaugurazione: si tratta del 9 maggio, lo stesso giorno in cui 37 anni fa, sempre a Palermo, fu trucidato Peppino Impastato, reo di essere ostile e combattere quel sistema mafioso che si era infilato fin dentro casa sua. Alla cerimonia non è mancato nessuno: dai vertici dell’Arma, al sindaco Orlando, al Ministro degli Interni. Ad arricchire di significato l’inaugurazione anche la presenza dei bambini delle scuole elementari e medie del capoluogo siciliano a cui i relatori si sono rivolti ricordando molti degli uomini uccisi barbaramente dalla mafia, per non dimenticarli.