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Ben 200 case economiche saranno disponibili nei prossimi anni alle famiglie a basso reddito. Il progetto di social housing a Milano ha ricevuto il primo assegno dalla Banca europea per gli investimenti (BEI). Gli interventi di riqualificazione del quartiere Sarpi porteranno alla luce uno dei primi modelli di sviluppo urbanistico aperto, accessibile e sostenibile, che va oltre il concetto antico di casa popolare e di agglomerato urbano.
L’accordo è stato raggiunto, i cantieri possono proseguire. Ecco come cambierà il volto nel cuore della città, a due passi dalla “Madunina”.
Cosa s’intende per edilizia sociale
L’edilizia sociale (dall’inglese “social housing”), nella vecchia concezione normativa italiana si rifà all’edilizia sovvenzionata, agevolata o convenzionata. Prevede accordi e misure per garantire una casa anche a famiglie meno abbienti. Nel corso degli ultimi anni il concetto di social housing ha trovato nuova linfa, più rispondente ai mutamenti climatici, ai nuovi bisogni dei cittadini e del mercato immobiliare. Ma anche agli accordi tra esigenze pubbliche e private. È proprio quello che sta accadendo in pieno centro a Milano, dove il quartiere Sarpi è interessato dalla più grande opera di edilizia sociale.
Social housing a Milano: 200 case economiche
Il progetto “Sarpi-Bramante-Niccolini” ha ricevuto un finanziamento da 34 milioni di euro per la riqualificazione del quartiere a Nord Ovest di Milano, poco distante dal confine della Ztl. Il piano prevede la costruzione e ristrutturazione di 200 nuovi appartamenti che in futuro saranno assegnati attraverso il social housing, quindi a canone agevolato per famiglie a basso reddito.
L’assegno concesso dalla BEI è stato devoluto all’immobiliare Ca’ Granda, che è fondo comune di investimento gestito da InvestiRE Sgr, dedicato proprio al progetto di social housing, con la partecipazione del Policlinico di Milano, del Fondo Investire per l’Abitare (FIA – Gruppo Cassa Depositi e Prestiti, CDP), e dalla Fondazione Cariplo.
Come saranno le case in social housing a Milano
Il piano di rigenerazione urbana prevede l’abbattimento di abitazioni, e successiva ricostruzione secondo standard eco-sostenibili più evoluti, efficienti dal punto di vista energetico, attenti alla socialità dei residenti e ai servizi moderni. Un modello che apre le porte degli alloggi di qualità, alle famiglie a basso reddito, come invece non accadeva nell’epoca ormai lontana degli agglomerati urbani di case popolari.
L’intervento è stato progettato dagli architetti Barreca & La Varra, e prevede 10mila mq di spazi residenziali, con corti interne, servizi commerciali, spazi verdi e ricreativi. Il patrimonio immobiliare concesso, e di notevole pregio, è stato accumulato dal Policlinico nel corso di secoli, ed è frutto di lasciti generosamente donati dai milanesi.
Per la BEI, già impegnata in progetti simili in altri Paesi europei, è il primo intervento di edilizia sociale in Italia. Per questi progetti conformi agli obiettivi fissati dal REPowerEU e dal Piano nazionale integrato per l’energia e il clima, la BEI ha messo in conto già 45 miliardi di euro da investire entro il 2027.