Il mercato immobiliare italiano presenta finalmente tiepidi segnali di ripresa: è questa, in buona sostanza, la tesi principale dell’ultimo report di Moody’s – società famosa per le sue analisi sulle attività di imprese commerciali e statali – pubblicato negli scorsi giorni. Ma quali sono questi segnali?
Ad incidere in maniera determinante sono, in particolare, i tassi di interesse sui mutui casa ai minimi storici, che stanno stimolando la domanda e la sottoscrizione di finanziamenti e, quindi, l’acquisto di immobili residenziali. Questa volontà delle banche di tornare a concedere mutui e a farsi concorrenza tra loro con offerte davvero interessanti fa il paio con i prezzi del mattone che restano bassi un po’ in tutto il Paese (e che secondo Moody’s sono calati del 19% dal 2008 ad oggi), offrendo l’opportunità di fare buoni affari e di rimettere in moto l’intero sistema immobiliare nazionale.
La strada della stabilizzazione del comparto è garantita, secondo la società, dalle condizioni macroeconomiche timorosamente positive e da un PIL nazionale di segno positivo dopo 14 trimestri di fila. Incide, infine, il rinnovato interesse e una buona fiducia da parte dei grandi investitori esteri nei confronti del “sistema Italia” nel suo complesso.
Tutto rosa, quindi? Non proprio. A pesare sulle previsioni di lungo termine i bassi livelli di incremento della popolazione (si parla di una crescita dell’1,7% per il prossimo quinquennio, contro il +3% degli ultimi cinque anni) e i livelli di disoccupazione (giovanile in primis) che fanno temere sulla tenuta della domanda di abitazioni.
La somma di questi aspetti discordanti porta quindi Moody’s a parlare, per il 2016, di stabilità. La ripresa arriverà solo nei prossimi anni.