Abbiamo parlato troppo spesso di archistar e di grandi opere per tacere sulla morte di una delle cento donne più potenti del pianeta (secondo Forbes, 2008), colei che ha portato l’universo femminile al top di un settore in cui sono sempre stati gli uomini a primeggiare. Zaha Hadid è morta il 31 marzo scorso a Miami, all’età di 65 anni, ma la sua fama e la sua attività rimarranno per sempre visibili in quasi ogni angolo di pianeta.
Sì perché la regina dell’architettura ha lasciato tracce quasi in ogni continente: Hong Kong, Azerbaijan, Germania, Austria, Stati Uniti, Cina…e anche Italia. Sì perché diverse città del nostro Paese possono vantare importanti opere firmate dall’architetta più famosa della storia di questa professione.
A lei infatti si deve il progetto del Maxxi di Roma che sarebbe dovuto proseguire con la riqualificazione di alcune caserme della zona per cui aveva partecipato alla gara d’appalto. A Milano invece la Hadid ha progettato una delle residenze di Citylife, il nuovo quartiere all’avanguardia del capoluogo lombardo, e una delle torri ancora in costruzione. Se questi sono i progetti più noti di Zaha in Italia, forse non tutti conoscono gli altri che citiamo doverosamente: la stazione di Napoli-Afragola, Jesolo Magica, il Museo Betile di Cagliari, la Stazione Marittima di Salerno, il Rhegium Waterfront di Reggio Calabria e il Messner Mountain Museum di Plan de Corones.
Con il suo studio di 246 architetti Zaha Hadid ha conquistato il mondo e ha lottato per le sue idee e i suoi progetti. È stata lei la prima donna a conquistare il Premio Pritzker nel 2004, equivalente a un Nobel per gli architetti. Nel 2010 il Time l’ha inserita tra le cento personalità più influenti del pianeta ed è l’unica donna citata da Wikipedia alla voce “archistar”.
Laureata in Matematica e poi entrata a far parte dell’Olimpo dell’architettura mondiale, la Dame era nata a Baghdad ma era naturalizzata in Inghilterra, avendo trascorso la maggior parte della sua vita a Londra. Ed è proprio nella City che ha iniziato la sua attività e ha fondato il suo studio, sviluppando idee rivoluzionarie: nuovi spazi, nuovi materiali e nuove forme fatte di curve e angoli in armonia non solo con la natura e il paesaggio, ma anche con la geologia del territorio che ospita le sue creazioni. È impossibile non riconoscere la sua impronta nei suoi progetti e questa è senz’altro una delle cose che consacrano una persona all’eterna memoria.