Da qualche giorno la politica italiana è ufficialmente ferma e i lavori del Parlamento sono stati interrotti per la pausa estiva. Il capo del Governo, però, prima di salutare deputati e senatori ha fatto una dichiarazione di cui ancora si parla. Quando si tornerà in aula a settembre uno dei primi provvedimenti su cui lavorare è quello legato all’abolizione della Tasi per le prime case.
Le dichiarazioni di Renzi, però, cozzano con un punto molto ostico; le coperture economiche, che almeno per adesso non si sa da dove arriverebbero. La legge di stabilità che potrebbe abolire la Tasi dovrebbe comunque indicare il luogo dove reperire i 3,5 miliardi di euro di mancati introiti (che arriverebbero addirittura a 4 miliardi se si dovesse realmente mettere mano anche alla cosiddetta IMU agricola).
Oltre ai problemi di natura economica, la annunciata abolizione dovrebbe trovare una soluzione anche ad altri provvedimenti, primo fra tutti quello della local tax, che il Governo Renzi si era impegnato a mettere in atto entro il 2016 e che, nel caso, andrebbe gestita.
Confedilizia, come riportato dall’agenzia di stampa ANSA, è stata molto critica riguardo a questo punto pur evidenziando sia la necessità di una razionalizzazione delle imposte sugli immobili, sia di una loro riduzione dal momento che ormai il peso di queste tasse è arrivato a rappresentare per più del 60% un’imposta di tipo patrimoniale.
Una soluzione potrtebbe essere quella di scorporare, nella Tasi, la parte dei servizi erogati dai comuni ai cittadini (che rimarrebbe) da quella della patrimoniale sulla casa. Potrebbe essere un’ipotesi, anche se alquanto difficile da applicare.