Renzo Piano prosegue insieme al suo gruppo G124 l’operazione di rammendo delle periferie italiane e, dopo Torino, Roma e Catania si sposta a Milano, al Giambellino.
Si tratta della periferia a sud-ovest del capoluogo meneghino in cui sono presenti diversi edifici di case popolari in condizioni di totale abbandono: queste costruzioni sono le uniche, a Milano, a non ricevere manutenzione addirittura dagli anni ’70. Cosciente dell’importanza delle zone periferiche delle nostre città, l’architetto italiano più famoso d’Italia, punta a riqualificarle e a farne un luogo, oltre che più bello, anche più sicuro, protetto e consapevole.
Il progetto milanese è firmato da quattro giovani architetti con meno di 34 anni che fanno parte di G124, un team di sei persone – che cambiano annualmente – che Renzo Piano retribuisce con il suo stipendio da senatore a vita. Ed è proprio dal numero del suo ufficio a Palazzo Giustiniani che il gruppo prende il nome.
Gli interventi al Giambellino di Milano sono già iniziati e puntano alla realizzazione di percorsi pedonali, vie ciclabili, parchi e spazi aperti. Oltre che riqualificare la zona, l’obiettivo è quello di creare le condizioni ideali per vivere in condivisione, il futuro delle periferie italiane, ma non solo. Proprio per questo la prima mossa è stata quella di abbattere il muro che divideva il mercato rionale da uno dei parchi della zona e di distruggere le recinzioni che isolavano i vari stabili, di modo da inserirli in un unico contesto aperto. G124, ormai un vero e proprio laboratorio di riqualificazione, ha anche pubblicato una sorta di manuale per chi vive quotidianamente le periferie d’Italia.