Questi primi giorni dell’anno sono stati caratterizzati dalle discussioni intorno all’emergenza casa, soprattutto nei grandi centri di Milano, Roma e Napoli che sono i poli in cui la situazione delle famiglie a rischio sfratto risulterebbe più drammatica. I tre assessori alle politiche abitative hanno infatti organizzato un’azione comune e coordinata per chiedere al Governo Renzi un ripensamento rispetto a ciò che attualmente è stato incluso del decreto Milleproroghe. Quello a cui i tre funzionari auspicano, è un blocco (che sarebbe il trentunesimo) degli sfratti: secondo loro, questo è l’unico modo per scongiurare non solo un’emergenza sociale di enormi dimensioni, ma anche possibili disagi all’ordine pubblico visto l’alto numero di famiglie a rischio sfratto nei tre grandi Comuni. A questo proposito i tre assessori hanno parlato di circa 30-50 mila nuclei familiari che rischiano lo sfratto esecutivo, di cui ben il 70% vanta i requisiti per ottenere la proroga. Stando ai numeri forniti dalle amministrazioni di Napoli, Milano e Roma, in Italia si eseguono col supporto delle forze dell’ordine 140 sfratti al giorno. Se si escludono i proprietari di immobili e chi vive nelle case popolari, il problema vede coinvolta una famiglia su quattro. Stando a questi dati, in Lombardia è stato eseguito un quinto degli sfratti in Italia; nel Lazio si è concentrato il 15% e in Campania l’8%.
Con il Ministro Lupi si è scatenata una vera e propria polemica: se la fonte ufficiale del Governo ha ridimensionato, da un lato, i numeri relativi all’emergenza abitativa; dall’altro ha ribadito che l’aver stanziato circa 2,3 miliardi di euro per i problemi legati alla casa implica una capacità delle amministrazioni locali di risolvere autonomamente l’emergenza. Come ha ricordato Maurizio Lupi, il Governo ha rifinanziato sia i fondi per gli affitti che quelli per la morosità incolpevole, interventi che rimanderebbero direttamente alle istituzioni locali il compito di rispondere al problema.