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Vi sono persone e nuclei familiari, individuati sulla base di requisiti previsti da appositi regolamenti comunali e regionali, che si trovano in una situazione di difficoltà per quanto riguarda la soluzione abitativa.
In caso di emergenza abitativa, tali soggetti hanno bisogno di essere aiutati in tempi più rapidi rispetto a quelli normalmente previsti per le assegnazioni degli alloggi.
Nel caso della città di Torino, vediamo a chi rivolgersi in una situazione di questo tipo e quali sono considerati i casi di emergenza.
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A chi rivolgersi per l’emergenza abitativa a Torino
I nuclei familiari o i soggetti in possesso di determinati requisiti possono rivolgersi allo Sportello Casa di Via Orvieto 1/20/A, al primo piano.
L’apertura degli uffici è dalle 8:30 alle 12, dal lunedì al venerdì.
La richiesta va effettuata compilando i moduli predisposti dal Comune e presentando la documentazione che attesti la propria condizione di emergenza.
La domanda per l’emergenza abitativa può essere presentata da cittadini che sono residenti a Torino e che versano in una delle situazioni previste dalla legge.
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Quali sono le situazioni di emergenza abitativa
Le situazioni di emergenza abitativa sono individuate da appositi regolamenti e leggi regionali, com3 il “Regolamento delle procedure di assegnazione degli alloggi di edilizia sociale, in attuazione dell’articolo 2, comma 5, della legge regionale 17 febbraio 2010, n. 3 e s.m.i (Norme in materia di edilizia sociale)”.
Sulla base di esso, vengono considerate situazioni di emergenza abitativa quelle di nuclei familiari o soggetti che:
- sono oggetto di procedure esecutive di sfratto o di decreto di trasferimento conseguente a procedura esecutiva immobiliare;
- sono obbligati a lasciare l’abitazione coniugale a seguito di sentenza di assegnazione all’altro coniuge;
- devono lasciare l’alloggio in cui abitano a seguito di ordinanza di sgombero o in conseguenza di eventi calamitosi che lo rendono inutilizzabile;
- devono lasciare l’abitazione perché essa è stata dichiarata non idonea da parte dell’Azienda Sanitaria Locale;
- sono profughi o rifugiati;
- dimorano da almeno tre mesi in dormitori pubblici o in alloggi a titolo temporaneo.
Il caso più frequente è quello dello sfratto: dopo la sentenza del giudice, l’inquilino, una volta ricevuta la notifica del precetto, ossia l’invito a lasciare l’immobile, può presentare la domanda di assegnazione di alloggio di edilizia sociale come emergenza abitativa entro 15 giorni.