Saranno in discussione durante il prossimo Consiglio dei Ministri le nuove regole che disciplinano il settore edile, in particolar modo il ramo che riguarda le gare d’appalto e le lobby. L’Italia, infatti, ha tempo soltanto fino al 18 aprile per recepire le direttive europee in questo settore. Le novità che potrebbero essere presto introdotte hanno più obiettivi, primo fra tutti quello di garantire la maggiore trasparenza possibile nelle gare d’appalto e, in quest’ottica, di investire di maggiori poteri l’Anac (Autorità Anti Corruzione) di Raffaele Cantone. Nella proposta che andrà discussa sono contenuti 220 articoli che prevedono un taglio agli sprechi e un rilancio degli investimenti nel settore edile.
L’Anac avrà un ruolo centrale: da un lato premierà le amministrazioni più virtuose con un bollino qualità, dall’altra stilerà un rating delle imprese che godono di buona reputazione. Contemporaneamente sarà creato un albo dei commissari di gara che da ora saranno gli unici a poter supervisionare all’assegnazione degli appalti. Questo processo non avverrà più sulla base unica del prezzo dell’offerta, ma sarà deciso chi vince una gara in base al rapporto qualità/prezzo della sua proposta. Inoltre, le offerte che contano prezzi molto più bassi degli altri, saranno oggetto di approfondite indagini.
In quest’ottica di trasparenza, soprattutto nei confronti della cittadinanza, si preme verso la digitalizzazione, strumento attraverso cui sarà possibile regolamentare e portare alla luce tutte le attività di lobby che girano attorno al mattone. Se gli articoli verranno approvati, di fatti, si parla di un obbligo di pubblicazione, da parte di enti e amministrazioni, dei finanziamenti e degli incentivi che provengono dai cosiddetti “portatori di interesse”, vale a dire proprio le lobby. Infine, in caso di grandi opere le amministrazioni dovranno interpellare (ma senza vincoli) il parere dei cittadini.